Ricchi vs Poveri: un gap sempre più grande
Secondo il rapporto Oxfam 2019 il gap tra ricchi e poveri nel mondo è in continuo aumento. Nel 2018, infatti, il patrimonio dei “super-ricchi” cresceva del 12%, al ritmo di 2,5 miliardi di dollari al giorno, mentre quello della metà più povera dell'umanità (ossia il patrimonio di 3,8 miliardi di persone) decresceva dell'11%.
E ancora: a metà dello scorso anno, i più ricchi (1% della popolazione mondiale) possedevano quasi la metà (47,2%) della ricchezza globale, contro lo 0,4% di ricchezza posseduta dalla metà più povera della popolazione mondiale. Così, mentre la quota della ricchezza dell'1% più ricco è in crescita dal 2011, il tasso annuo della riduzione della povertà estrema è in calo del 40%. Quest’aumento della povertà, secondo Oxfam, colpirebbe in primis i contesti più vulnerabili del nostro pianeta, primo fra tutti l'Africa subsahariana.
Anche l'Italia risulta essere in linea con i dati globali: il 20% più ricco possedeva circa il 72% dell'intera ricchezza nazionale.
Il rapporto Oxfam 2019 evidenzia, inoltre, un sistema fiscale che penalizza i più poveri; al contrario, l'imposizione fiscale a carico dei ricchi si è significativamente ridotta negli ultimi decenni. Nei paesi ricchi, infatti, l’aliquota massima media dell'imposta sui redditi delle persone fisiche è passata dal 62% nel 1970 al 38% nel 2013. Nei paesi in via di sviluppo si è stabilizzata su una media al 28%. Così, considerando sia le imposte dirette che quelle indirette, in paesi come il Brasile o il Regno Unito, il 10% dei più poveri paga, in proporzione al reddito, più tasse rispetto al 10% più ricco. Secondo l'Oxfam, se I'1% dei più ricchi pagasse lo 0,5% in più in imposte sul proprio patrimonio, si avrebbero risorse sufficienti per mandare a scuola 262 milioni di bambini e salvare la vita a 100 milioni di persone nel prossimo decennio.
Il rapporto, inoltre, sottolinea una forte correlazione tra disuguaglianza economica e disuguaglianza di genere. A livello globale, infatti, gli uomini possiedono oggi il 50% in più della ricchezza netta delle donne e controllano oltre l'86% delle aziende. Il divario retributivo di genere è pari al 23% a vantaggio degli uomini. Senza considerare il fatto che questo dato non tiene conto del contributo gratuito delle donne al lavoro di cura: se tutto il lavoro di cura non retribuito svolto dalle donne fosse appaltato ad una sola azienda, questa realizzerebbe un fatturato di 10 mila miliardi di dollari all'anno, ossia 43 volte quello di Apple, la più grande azienda al mondo.
Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia, spiega “i governi possono apportare cambiamenti reali per la vita delle persone assicurandosi che le grandi aziende e le persone più ricche paghino la loro giusta quota di tasse, e che il ricavato venga investito in sistemi sanitari e di istruzione a cui tutti i cittadini possano accedere gratuitamente. A cominciare dai milioni di donne e ragazze che ne sono tagliate fuori. I governi possono ancora costruire un futuro migliore per tutti, non solo per pochi privilegiati. È una loro responsabilità”.
L'Oxfam, infine, punta i riflettori sulle condizioni dei servizi pubblici a livello globale, sistematicamente sotto-finanziati. La conseguenza? Un'istruzione e una sanità di qualità sono diventate un lusso che solo i più ricchi possono permettersi. Così, ogni giorno 10 mila persone nel mondo muoiono perché non possono permettersi le cure mediche. Nei paesi in via di sviluppo un bambino povero ha il doppio delle possibilità di morire entro i 5 anni rispetto a un suo coetaneo benestante.