Un'onda di solidarietà che attraversa l'Italia
La Giornata Nazionale della Colletta Alimentare è un evento che unisce migliaia di persone in un abbraccio di generosità. In un momento storico in cui il volontariato affronta una crisi di partecipazione, la Colletta rappresenta un'occasione straordinaria: oltre 150.000 volontari in tutta Italia, 5.000 solo nel Lazio, che si impegnano per un obiettivo comune. È il gesto semplice e potente di chi dona e di chi si dona che rende speciale questa giornata, come dimostrano queste testimonianze.
Il dono di una nuova amicizia
La Colletta Alimentare è molto più di un semplice gesto di solidarietà: è un’occasione che unisce persone, crea legami e apre il cuore a incontri inaspettati. Tra le tante storie che nascono in questa giornata speciale, una ci è stata raccontata con grande emozione da chi ha voluto condividerla con noi:
"Da qualche anno coinvolgo i miei figli nella Colletta Alimentare ed insieme a loro partecipano dei compagni di classe.
Sabato è passata una bimba con disabilità in sedia a rotelle che frequenta l'istituto comprensivo dei miei figli, ma in altra sezione e che conosciamo solo di vista.
È stata con noi un paio d'ore e ci è stato spiegato che è molto raro che qualcuno vada a casa sua ed è spesso sola.
Mio figlio e il suo amico hanno immediatamente capito la situazione avendo una certa sensibilità per questi temi ed hanno subito organizzato per stare con lei nei prossimi pomeriggi.
Senza la Colletta non si sarebbero mai conosciuti e non avrebbero ricevuto il grande dono di questa creatura splendida, di questa nuova amicizia."
Questa storia ci ricorda che ogni gesto, anche il più semplice, può dare vita a qualcosa di straordinario. La Colletta non è solo un momento per aiutare, ma anche un’occasione per incontrarsi e costruire legami che durano nel tempo.
Una volontaria
Una goccia nell’oceano
In uno dei supermercati di Ladispoli, Francesco, medico e rotariano, ha vissuto la Colletta come un'opportunità per coinvolgere tutti quelli che ama. "Nei giorni precedenti il 16 novembre, ho esteso la richiesta di partecipazione a familiari, amici, pazienti. Hanno risposto con generosità: prodotti non deperibili consegnati al mio studio, donazioni economiche trasformate in alimenti e persino due dei miei figli che hanno partecipato in rappresentanza della famiglia".
La scena davanti al supermercato era un mosaico di volti e mani operose: "Bambini, ragazzi, adulti, anziani, italiani e stranieri. Tanti e insieme, con la possibilità di fare davvero del bene". Una macchina piena di prodotti è diventata simbolo di una solidarietà che, come diceva Madre Teresa, è una goccia nell’oceano. "Ma senza quella goccia, l’oceano sarebbe più piccolo", conclude Francesco, ricordando come la generosità collettiva possa fare la differenza.
Francesco
Non serve far rumore
Ci sono gesti che restano nel cuore. È il caso di una ragazza che, in silenzio, è entrata in un supermercato, ha fatto una spesa interamente dedicata alla Colletta, e poi se n’è andata senza comprare nulla per sé.
"È arrivata con discrezione, ci ha salutati e ha riempito il carrello solo con prodotti per donare. Non ci ha detto nulla, ma il suo gesto parlava da solo: un esempio di quanto possa essere bello donare con il cuore", racconta Fabrizio.
In una giornata in cui si incontrano sorrisi e, purtroppo, anche sguardi di diffidenza, storie come questa ci ricordano che l’amore si esprime in modi semplici ma straordinari.
Fabrizio
La lezione di solidarietà di una famiglia sikh
Durante la Colletta Alimentare in uno dei supermercati di Pomezia, la giornata scorreva tra sorrisi, carrelli pieni e tante persone che si fermavano per donare. Tra i tanti volti, però, un episodio ha colpito profondamente i volontari.
Tutto è iniziato quando uomo ha incrociato lo sguardo di una nostra volontaria, Gilda. “non faccio in tempo a salutarlo con un sorriso che lui con le mani nei capelli, con un'espressione spaventata comincia a correre via”. Il suo viso tradiva un’espressione indecifrabile, quasi enigmatica.
Poco dopo, una donna accompagnata da una ragazza adolescente si è avvicinata. Con tono diretto ha detto: "dai due cartoni". Gilda, un po’ disorientata, ha cercato di spiegarle che i cartoni erano destinati a raccogliere gli alimenti donati dai clienti del supermercato. Lei però non sembrava interessata alle spiegazioni. Con un gesto spontaneo e deciso, l’ha presa per mano e l’ha condotta verso la cassa.
Lì, la nostra volontaria ha finalmente capito cosa stava succedendo. La donna aveva riempito il carrello con una quantità impressionante di alimenti: latte a lunga conservazione, riso, pasta, biscotti, farina, zucchero, omogeneizzati per bambini, tonno e legumi in scatola.
Solo dopo aver completato il gesto, la donna ha spiegato con naturalezza: "Siamo sikh. Noi abbiamo l'obbligo di donare una parte del nostro stipendio a chi ne ha bisogno. Questo è il mio dono."
Quell’episodio ha lasciato un segno profondo nei cuori di tutti i presenti. La generosità di quella famiglia non si è limitata al gesto materiale: è stata una testimonianza di cosa significhi davvero la solidarietà. Un atto semplice, spontaneo, ma profondamente radicato nei valori di chi sa guardare oltre sé stesso.
Tornando a casa, Gilda pensa “Ho molto riflettuto sul fatto che il bene non ha confini, non ha colore, non ha religione ma solo tanto amore per alleviare dolore e la sofferenza dell'altro”.
Gilda
L’energia della Colletta vista dall’interno
"Non avevo mai partecipato alla Colletta Alimentare", racconta Alfonso che lavora al Banco Alimentare del Lazio da pochi mesi. "Quel giorno presidiavo un banchetto informativo durante una convention. Le persone erano lì solo per mangiare, poche si fermavano a parlare con me.”
La sensazione di Alfonso era “ma cosa sto facendo qui? Sto perdendo solo tempo”. Verso la fine, tre studentesse di Scienze Gastronomiche si avvicinano al banchetto e cominciano a bombardare di domande incuriosite. “mi hanno ascoltato davvero. Mi hanno ridato speranza".
Ma è al magazzino che ha davvero compreso l’energia della Colletta. "C’era chi organizzava gli ingressi delle scatole, chi controllava i dati, chi preparava un piatto caldo per gli altri volontari”. Tra battute e risate, come le formichine, ognuno portava la scatola nell’apposita pedana. “La pausa caffè delle 23:30 è stata magica: l’ultimo sorso per lo sprint finale".
La chiusura delle porte all’1:30 di notte non ha segnato solo la fine di una lunga giornata, ma l’inizio di una nuova consapevolezza: "Non vedo l’ora di far parte della prossima edizione della Colletta Alimentare".
Alfonso
L’inatteso ostacolo di due sorelle
Durante la Colletta Alimentare, tra i tanti gesti di solidarietà, uno in particolare ha toccato profondamente tutti noi. È la storia di Nadia e Mascia, due sorelle della Garbatella, che ci hanno insegnato cosa significhi davvero voler fare la differenza.
Nadia e Mascia sono abituate a partecipare ogni anno alla Colletta Alimentare ma, per un piccolo inconveniente, hanno rischiato di saltare la Colletta 2024.
“I ragazzi del volontariato stavano fuori dal supermercato e ci hanno dato 2 buste per la spesa destinata ai poveri. Abbiamo fatto la spesa riempendo le 2 buste, una per me e l'altra per mia sorella. Quando siamo uscite dal supermercato i ragazzi non c'erano più.
Determinate a non lasciarsi scoraggiare, hanno cercato ogni modo per contattarci, scrivendo a tutte le mail del Banco Alimentare del Lazio. La loro determinazione testimonia come, anche di fronte agli ostacoli, il desiderio di aiutare possa trovare una strada. "Siamo rimaste molto male, ma non vogliamo arrenderci. Speriamo che qualcuno ci aiuti a far recapitare questi alimenti a chi ne ha bisogno".
La loro richiesta è arrivata sulla scrivania della nostra direttrice, Monica, che, nonostante i mille impegni di quel giorno, non ha esitato. Con un sorriso, ha scherzato definendo la missione una “Colletta a domicilio”. Non potevamo abbandonarle, così siamo saltati sul nostro Doblò e siamo partiti per Via Caffaro, nel cuore della Garbatella.
L’incontro è stato semplice, ma pieno di emozioni. Nadia e Mascia ci aspettavano con la loro spesa già pronta sull’uscio della porta: pacchi di riso, latte, pasta, biscotti, olio e legumi. La loro generosità si percepiva non solo nei prodotti che avevano acquistato, ma soprattutto nei loro occhi, colmi di gioia per essere riuscite a contribuire.
Dopo averci salutato, abbiamo ricevuto un loro messaggio che ci ha fatto capire quanto quell’incontro avesse lasciato un segno.
"Ciao Monica, sono Nadia e ci siamo viste poco fa a casa mia a Garbatella. C'era anche mia sorella Mascia.
Grazie per la gentilezza e disponibilità nei nostri confronti. Mi è piaciuta molto la sua frase: 'Oggi è stato il momento più bello della giornata'.
Ci siamo commosse.
Siamo state molto felici per l'incontro con due bravissime persone e anche perché abbiamo contribuito a fare del bene a chi è nato sfortunato.
Grazie ancora per la collaborazione e cortesia.
Buona serata,
Nadia e Mascia Monaco."
Quelle parole sono state per noi il coronamento di un gesto che, per quanto semplice, ha fatto sentire tutti parte di qualcosa di più grande. Nadia e Mascia, con il loro impegno e il loro cuore, ci hanno ricordato che la solidarietà è fatta di gesti concreti e di legami che nascono spontaneamente, come il nostro incontro a Via Caffaro.
Ogni piccola azione conta, e quella delle sorelle Monaco è stata una testimonianza potente di come anche un semplice desiderio di aiutare possa trasformarsi in una storia capace di ispirare.
Nadia e Mascia
Un’onda di generosità che non si ferma mai
La Giornata Nazionale della Colletta Alimentare non è solo un evento. È una giornata che trasforma supermercati e magazzini in luoghi di incontro, speranza e amore. È la dimostrazione che, nonostante le difficoltà, il bene si può fare, un gesto alla volta. Grazie a tutti i volontari, i donatori e a chiunque abbia deciso di essere quella goccia che rende l’oceano più grande.