Volontariato d’Impresa? Rende felici i collaboratori!
L’intervista a Claudia Nespola, responsabile risorse umane dell’azienda Di Martino Group, che ci racconta il volontariato d'impresa al Banco Alimentare della Sicilia
«Il Volontariato d’Impresa è un progetto in cui l’impresa incoraggia, supporta o organizza la partecipazione attiva e concreta del proprio personale alla vita della comunità locale o a sostegno di organizzazioni non profit durante l’orario di lavoro». Volontariato d’Impresa – Sodalitas.
Da mesi abbiamo avviato con Di Martino Group il progetto di volontariato d’Impresa, che prevede il coinvolgimento dei collaboratori nelle attività di logistica al magazzino, ma anche nella distribuzione del cibo alle famiglie più fragili, con le nostre organizzazioni partner.
Perché un’azienda sceglie di costruire un progetto di volontariato d’impresa, qual è l’impatto? Ecco l’intervista a Claudia Nespola, responsabile risorse umane Di Martino Group.
Com’è nato il progetto di volontariato d’Impresa con Banco Alimentare della Sicilia?
«Il progetto s’inserisce in una visione più ampia che con l’azienda stiamo realizzando: rimettere al centro il benessere del collaboratore, dove questo significa anche diffondere e sensibilizzare le persone alla cultura del dono e del volontariato… perché sentirsi partecipi alla costruzione del bene comune, sentirsi utili… vuol dire essere felici. La chiave vincente è stata quella di trovare un interlocutore, quale Banco Alimentare della Sicilia, disposto a costruire insieme il progetto, ascoltando le nostre esigenze e dandoci l’opportunità di svolgere attività sia in magazzino sia sul campo. È stato interessante dare vita e forma a un ventaglio di attività che comprendono anche la relazione diretta con le persone più fragili, avvicinarci al cuore delle associazioni più piccole ma sempre in maniera strutturata e organizzata, grazie, appunto, al dialogo con Banco Alimentare della Sicilia».
In che modo avete sensibilizzato il collaboratore a dire sì al progetto?
«Costruendo il progetto Con e non soltanto Per, cioè ascoltando i desideri dei collaboratori. Prima di proporre il progetto, infatti, abbiamo provato a capire l’approccio al tema, gli ambiti di interesse (povertà alimentare, sostenibilità ambientale, cura verso gli animali e così via) del collaboratore stesso. La sua partecipazione già da subito alla costruzione del progetto è il punto centrale.
Come dicevo, il progetto di volontariato d’impresa è un tassello fondamentale di un percorso intenso che stiamo sviluppando nel campo del welfare aziendale: dallo psicologo aziendale ai progetti di family care, il terreno comune è valorizzare il capitale umano in tutte le sue sfumature e che non può essere slegato dal concetto di produttività.
Il volontariato d’impresa fa bene, perché spinge i collaboratori ad attivarsi per il benessere del territorio ed è, inoltre, un modo per sviluppare competenze trasversali che impattano anche sulla produttività e sulla crescita economica, quali intelligenza emotiva, empatia, capacità di guardare la società con uno sguardo nuovo».
Oltre ad essere la responsabile del programma, hai fatto anche attività di volontariato d’impresa da noi, al Banco Alimentare della Sicilia. Cosa conservi maggiormente da questa esperienza?
«È stata in primo luogo un’esperienza nuova, perché non avevo mai svolto volontariato, quindi l’impatto umano è stato molto forte. Mi ha colpito la struttura organizzativa, alle volte si pensa che il non profit agisca in maniera improvvisata. Quello che ho visto, invece, è una forte programmazione e un forte efficientamento del lavoro e delle risorse che ruotano attorno. Fare bene con professionalità e qualità, questo è l’aspetto interessante che ho toccato con mano».
Perché le aziende devono fare volontariato d’impresa?
«Sicuramente perché puntare sul benessere mentale, sul coinvolgimento, sulla partecipazione ad iniziative ampie… è un fattore di crescita da tanti punti di vista. C’è bisogno di fare azioni che abbiano un senso per il territorio, per la sostenibilità, per il benessere delle comunità in genere. La serenità del collaboratore, costruendo quindi un ventaglio di iniziative con diversi approcci, deve essere un tema prioritario. A questo si aggiunge chiaramente anche il desiderio di costruire e comunicare un’immagine etica aziendale, che ci rende attrattore con gli stakeholder e i propri clienti».
Parole di Claudia in sintesi? Costruire la serenità del collaboratore, fare in modo che il lavoratore possa esprimere la sua solidarietà… perché questo vuol dire sentirsi felice!
Grazie Claudia e grazie ai collaboratori che fino ad ora hanno svolto volontariato d’impresa con noi: Danilo, Dario, Giovanni, Martina, Pietro, Riccardo, Alice, Carmen, Francesco, Giuseppe, Marisa, Placido, Salvatore, Daniele, Carmine, Vincenzo, Sara.